Omelia nella S. Messa in chiusura del processo diocesano della causa di beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio Luisa Piccarreta

Corato 29.10.2005 - Chiesa Matrice


XXXI Domenica “A” – Malachia “1,43-2.8-10; Sl 130: Ts 2,7b-9.13; Mt 23,1-12”

Introduzione - Carissimi, rendiamo grazie e lodiamo la SS. Trinità per il dono della vita divina che abbiamo ricevuto dal Padre attraverso il Figlio Unigenito, il Verbo Incarnato, nell’effusione dello Spirito Santo.

“La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre, e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi”.

Questa santa Messa è caratterizzata dal particolare rendimento di grazie e di lode che come Chiesa diocesana, uniti a noi tanti fratelli e sorelle provenienti da Chiese sorelle d’Italia e dell’Estero, vogliamo elevare alla SS. Trinità per il dono della Serva di Dio “Luisa Piccarreta”, figlia di questa terra benedetta di Corato, e figlia della Chiesa diocesana di Trani-Barletta-Bisceglie, la quale negli anni della sua vita terrena (23.04.1865 – 04.03.1947) ha irradiato la luce di Cristo risorto nel suo stato permanente di sofferenza che secondo l’espressione paolina cosí risuona: “Sono stata crocifissa con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita che vivo nella carne io la vivo nella fede del ! Figlio di Dio, che mi ha amata e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20). E nello stesso tempo caratterizzata dalla supplica che eleviamo alla SS. Trinità perché la glorificazione della sua Serva, proclamata dall’autorità suprema della Chiesa, renda conoscibile e sicuro il particolare carisma del “vivere nella volontà di Dio” secondo la preghiera di Gesù Maestro: “Si compia la tua volontà come in cielo cosí in terra”, per il progresso della vita cristiana a gloria di Dio e del Suo regno.

Annuncio – La Parola di Dio: in Malachia 1,14b-2,2b.8-10 ha richiamato la responsabilità delle guide nei confronti del popolo di Dio. Il ministero dei Leviti nell’Antico Testamento e il ministero sacerdotale nel Nuovo Testamento deve servire il regno di Dio e non servirsi del regno di Dio. Abbiamo ascoltato: “Se non mi ascoltate e non vi prenderete a cuore di dare gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su di voi la maledizione e cambierò in maledizione le vostre benedizioni” (v. 2-7). Questa Parola di Dio, carissimi confratelli sacerdoti, ci ammonisce circa l’esercizio del nostro ministero. Relativamente! al servizio della causa di beatificazione della Serva di Dio “Luisa Piccarreta”, dobbiamo chiederci se stiamo tutti operando per la gloria di Dio e il bene del popolo di Dio. Certamente non giovano alla causa di Luisa fughe in avanti ed in particolare la propaganda degli scritti della Serva di Dio, uscendo fuori dall’ordine garantito dall’autorità della Chiesa.

Se oggi affermiamo, in base al processo canonico compiuto a livello diocesano, che a noi consta la fama di santità di Luisa in base a testimonianze autentiche e credibili; non possiamo ancora pronunciarci sull’attendibilità di dottrina sicura degli scritti di Luisa in quanto non abbiamo ancora una edizione tipica e critica degli stessi scritti. Per cui si esige prudenza nel parlare del pensiero di Luisa. Allo stato attuale si può far conoscere Luisa nelle sue virtù, ma è quanto mai prudente e opportuno non dare insegnamenti in base ai suoi scritti. Se ci impegneremo a studiarli con accuratezza e sotto l’azione dello Spirito Santo, una volta pubblicata l’edizione tipica e critica, se i risultati saranno conformi alla dottrina della Chiesa, essi potranno essere pubblicati. In questo occorre anche l’asse! nso della Congregazione dei Santi.

Nel Vangelo di Matteo 23,1-12 Gesù Cristo è annunciato come unico Maestro: “Non fatevi chiamare ‘Maestri’, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato” (vv. 10-11).

Nell’esperienza di fede di Luisa ci sono fenomeni che superano le capacità umane: una sofferenza prolungata (circa 70 anni nel letto), illustrazioni interiori espressi per iscritto sotto obbedienza ecclesiastica e seguita da sacerdoti a ciò demandati dagli Arcivescovi del tempo, un pensiero cosí elevato che supera le capacità normali di una creatura illetterata. Luisa non si ritiene affatto maestra. Lei è una umile serva del Signore, sottoposta pienamente alla Sua volontà. Vuol vivere soltanto nella volontà di Dio.

Quando le giunse il verdetto della Santa Sede di restituire tutti i suoi scritti, fece questo atto di sottomissione: “Se la Chiesa considera falso tutto quello che ho scritto, voi lo dovete considerare falso” (cfr Atto di sottomissione scritto da Luisa Piccarreta in data 19.10.1938 e inviato a Roma tramite l’Arcivescovo Giuseppe Maria Leo).

Al di là della mistica espressa negli scritti, molto elevata e per certi versi ardita e bisognosa di essere approfondita e confrontata con la dottrina della Chiesa, resta luminoso l’esempio di vita cristiana della Serva di Dio.

Come ci ha detto l’apostolo Paolo di sé in 1 Ts 2,7b-9.13: “Voi ricordate infatti, fratelli, la nostra fatica e il nostro travaglio: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno vi abbiamo annunciato il Vangelo di Dio” (v.9-11), cosí anche Luisa ha potuto presentarsi alla nostra Chiesa diocesana come ebbi modo di descrivere nel mio intervento su “La santità della Serva di Dio Luisa Piccarreta” nella relazione tenuta al 3° Convegno internazionale il 27 u.s. Vorrei, in questo contesto, sottolineare soltanto un altro profilo della santità di Luisa alla luce delle Beatitudini. Luisa visse la beatitudine: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (Mt 5,8). Nella gioia ineffabile della contemplazione ella già vide in terra “quelle cose che occhio non vide, né orecchio udí, né mai entrarono in cuore d’uomo” (1 Cor 2,9). Si rifugiò nel Signore e il Signore le concesse doni speciali.

Conclusione – In che cosa Luisa può essere a noi di esempio? Nel fidarci pienamente di Dio, lasciandoci prendere per intero da Gesù sotto l’azione dello Spirito Santo; e nel renderci presenza di Dio nel mondo, cosí come Luisa fece soprattutto nell’accogliere, ascoltare, incoraggiare tutti coloro che erano nella necessità e nel dolore. Luisa fu, come s. Pio da Pietrelcina, che di lei aveva tanta stima e venerazioni, un segno vivo dell’amore misericordioso di Dio

Ciò che caratterizza la santità di Luisa è “vivere nella volontà di Dio”. Luisa focalizza la sua attenzione sulla invocazione: “sia fatta la tua volontà come in cielo cosí in terra” (Mt 6,10).

Chiediamoci: come è fatta la volontà di Dio in cielo? Nella perfetta adesione e in sintonia dell’Amore Trinitario. I Santi vengono chiamati “beati comprensori”, sono inabitati e posseduti in modo consapevole da Dio Trinità.

Come dobbiamo fare la volontà di Dio in terra? Gesù Cristo educa Luisa a vivere nella divina volontà del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Tutte le sue potenze di creatura intelligente e libera nell’esercizio, vengono elevate dallo Spirito Santo alla

· comprensione

· adesione

· amorosa accoglienza del Dio Unitrino

che si manifesta nell’Incarnazione del Verbo, Gesù Cristo Nostro Signore, nella povertà, ubbidienza, castità e dono di sé a tutti.

Ogni creatura in tutte le sue potenze di intelligenza, di volontà, di memoria, di cuore mediante il Battesimo, la Cresima, l’Eucaristia vive secondo lo Spirito e non secondo la carne (cfr Rom 8,4).

L’esperienza di Luisa è di tipo mistico. E oggi il cristianesimo deve recuperare la mistica. A tale riguardo mi piace citare due autori di mistica:

· “Oggi, se non si è mistici, non si può essere nemmeno cristiani” (Karl Rahner).

· “Non è la conoscenza che illumina il Mistero, è il Mistero che illumina la conoscenza” (p. Evdokimov).

La santità di Luisa alla luce del “Divino Volere” può dare ai cristiani del nostro tempo una carica di vita interiore tale da riformare uno stile di vita ingolfato nella materialità e nel secolarismo sino a togliere la vera gioia della vita, che è la speranza della vita eterna, già accesa nell’anima che cerca Dio come la cerva anela alle sorgenti delle acque (cfr Sal 42,2).

Eleviamo alla SS. Trinità, riconoscenti della santità di Luisa Piccarreta, la supplica attraverso i suoi meriti di serva fedele e operosa.

Preghiera…


Mons. Giovanni Battista Pichierri
ARCIVESCOVO
di TRANI - BARLETTA - BISCEGLIE
TITOLARE di NAZARETH

PREGHIERA ALLA SS. TRINITÀ
Per la glorificazione della Serva di Dio
LUISA PICCARRETA

O augusta e santissima Trinità
Padre-Figlio-Spirito Santo
noi Ti lodiamo e Ti ringraziamo
per il dono della santità
della tua serva fedele Luisa Piccarreta.

Ella ha vissuto, o Padre, nella Tua divina volontà
rendendosi, sotto l’azione dello Spirito Santo,
conforme al Figlio tuo obbediente sino
alla morte di croce, vittima
e ostia a Te gradita cooperando all’opera della redenzione
del genere umano.

Le sue virtù di obbedienza, di umiltà,
di amore sommo a Cristo e alla Chiesa
ci spingono a chiederTi il dono della sua
glorificazione sulla terra, perché risplenda
a tutti la Tua gloria e il Tuo regno
di verità, di giustizia, di amore si diffonda
sino ai confini della terra nel particolare carisma del
Fiat voluntas tua sicut in coelo et in terra.

Ci appelliamo ai suoi meriti per ottenere
da Te, SS. Trinità, la grazia particolare che Ti chiediamo
intendendo compiere la Tua divina volontà. Amen.

Trani, 29 ottobre 2005
X Giovan Battista Pichierri, arcivescovo

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